RAI 3 – TGR Sicilia – Edizione delle 14.00 del 26/07/2022
A cura di Maurizio Di Lucchio, in collaborazione con Viviana Gangemi
Lo scorso 26 luglio 2022, abbiamo avuto il piacere di discutere con Maurizio Di Lucchio, giornalista per la Rai, riguardo al tema mondiale più discusso: caldo e siccità.
Ci sembra di rivivere la scorsa stagione: l’assenza di piogge e le alte temperature stanno mettendo a rischio la vendemmia in buona parte della Sicilia e del resto d’Italia.
Anche nei vigneti più alti dell’Etna, tra i 600 e i 900 m s.l.m. le piante costringono noi viticoltori ad anticipare i tempi prevedendo anche una diminuzione delle quantità di frutto raccolto del 20-30%.
E’ proprio così e lo mostriamo in questo servizio andato in onda su TGR Sicilia.
Gli effetti del clima torrido sono evidenti sia nei grappoli che nei tralci, i quali risultano già lignificati con parecchi giorni di anticipo. I grappoli si presentano spargoli e con acini piccoli, perché la pianta non riceve acqua da fine aprile (periodo della fioritura)!
Soprattutto nei vigneti giovani l’effetto è tangibile. A differenza delle viti mature, le radici delle tenere piante non riescono ad esplorare gli strati più profondi del terreno alla conquista delle riserve idriche, di cui è ricco il sottosuolo vulcanico dell’Etna.
Durante la fase erbacea di crescita dell’acino – tra allegazione e invaiatura – si assiste al periodo di massima suscettibilità alla carenza idrica per la vite.
Questo è uno stadio di divisione e distensione cellulare che incide sulla resa finale in misura assai maggiore rispetto ad uno stress di uguale intensità che si verifica in invaiatura o post-invaiatura. La pianta, in questa fase, ha necessità di disponibilità idrica nel suolo per accrescere le dimensioni del frutto, stabilendo quindi la dimensione finale del grappolo.
Se la pianta ricevesse acqua successivamente, riusciremmo a risolvere il problema?
Purtroppo no! La perdita di produzione dovuta allo stress idrico precoce risulta irreversibile, anche aumentando la quota d’acqua nel proseguo della stagione.
Oltre alla carenza d’acqua, le alte temperature che stiamo subendo creano un ulteriore stress nella pianta: l’attività fotosintetica procede con difficoltà. I flussi idrici all’interno della pianta (floema) rallentano ed in queste condizioni la pianta tende a bloccarsi, andando in “risparmio energetico”.
Dunque segue il disseccamento fogliare, una disidratazione degli acini con possibilità di bruciatura e disseccamento. La maturazione della pianta viene accelerata, e non sempre viene seguita da una completa maturità fenologica, importantissima per i rossi.
Si stima una perdita di quantità in vigneto del 20-30%, avendo l’esperienza dell’anno scorso, seguita sicuramente da un calo di resa in succo in cantina. I due effetti si sommano ed avremo dunque minor quantità di vino prodotto.
Ma c’è una nota positiva. Queste condizioni proteggono la salute dell’uva, quindi se ad agosto non ci saranno temperature ancor più elevate si prevede una produzione di ottima qualità.
Per guardare l’intero servizio girato presso i nostri vigneti cliccate qui, scorrendo fino al minuto 10.50.
Approfondisci il nostro territorio ed il nostro metodo di produzione in totale rispetto dell’ambiente.
Vi aspettiamo in cantina!